Crisi energetica, a breve referendum sulla riapertura della centrale nucleare di Punta Vagno

Costruita sul finire degli anni 70, la centrale nucleare di Punta Vagno a Genova doveva essere un modello di funzionalità e vivibilità: nascosta dai giardini pubblici “Govi”, non impattava per nulla lo skyline cittadino se non per la torre di espulsione del vapore acqueo che spuntava di appena una decina di metri dal terreno.

Non entrò mai in funzione, vittima anch’essa del referendum del 1986 che sulla spinta emotiva del disastro di Chernobyl bloccò tutte le centrali in funzione e quelle che avrebbero dovuto avviare la produzione a breve, come quella di Punta Vagno il cui “via” alla scissione atomica per fornire energia alla città era fissato per i primi mesi del 1987.

Da allora la centrale è ferma ma la manutenzione da parte dello Stato non è mai mancata, motivo per il quale la giunta Comunale starebbe pensando di indire un altro referendum cittadino proprio sul tema. In caso di esito positivo la struttura potrebbe tornare a produrre nel giro di appena 12-14 mesi, con un piano di lavoro straordinario che riguarderebbe anche un sarcofago nella zona della Diga Foranea a Sampierdarena per contenere gli scarti radioattivi di post produzione.